FORZA e CORAGGIO

(che il calcio è di passaggio)

Avventure, passioni, gesta eroiche, miserie e splendori del calcio, visti e vissuti con gli occhi il corpo e il cuore di una donna.

Interprete: Alessandra Arlotti
Autore: Ferruccio Cainero
Costumi: Deborah Parini
Regia: Ferruccio Cainero

In breve:

Come per tutti gli spettacoli di Ferruccio Cainero, si tratta di un testo profondamente religioso, se religione viene da relegare, cioè “rilegare, tenere insieme, raccogliere”, cercare di dare un senso a quello che ci accade, scoprire la misteriosa trama che ricama questo nostro mondo, questa nostra esistenza.
Ma è soprattutto un testo maturo e completo, frutto anche di unanotevole ricerca d’archivio, da cui si apprende per esempio che la prima squadra di calcio veramente famosa fu una squadra femminile, le Dick, Kerr’s Ladies (operaie della fabbrica di macchine e munizioni Dick, Kerr and company, nell’In­ghilterra del primo dopoguerra).
Molte delle b­attute sono giocate su diverse personalità calcistiche (come Maradona, Beckham o Weah), il che rende ulteriormente onore all’autore, dato il suo notorio disinteresse per questo sport.
Insomma, si ride e si riflette, come sempre dovrebbe essere. Del resto (per dirla con Ferruccio) il teatro è un rito, una celebrazione profana e l’attore il sacerdote; in questo caso una sacerdotessa, la talentuosa Alessandra Arlotti (formatasi alla “b­ottega” di Gassman e con diverse esperienze teatrali accanto a nomi come Turi Ferro e Leo De Berardinis), che dosa con bravura momenti comici (talvolta accompagnati da un’eloquente gestualità) e incisi drammatici.

FORZA e CORAGGIO per i più piccoli
Lo spettacolo ‘Forza e Coraggio (che il calcio è di passaggio)’ è sicuramente un testo molto adatto ad essere rappresentato davanti ad un pubblico scolastico.
Non a caso dopo il suo debutto a Locarno il 30 maggio 2008 in occasione del campionato europeo di calcio, ne hanno subito fatto richiesta molti licei, tra i quali il liceo di Locarno, di Bellinzona e di Lugano.
Si tratta di uno spettacolo sul calcio, visto con gli occhi di una donna che vende panini e birre fuori dallo stadio.
Lo chiamano ‘madre coraggio’ e ricorda la ‘madre coraggio’ di Brechtiana memoria.
Il giornalista e critico teatrale Cristiano Castelletti scrive: ‘Come per tutti gli spettacoli di Ferruccio Cainero, si tratta di un testo profondamente religioso, se religione viene da relegare, cioè “rilegare, tenere insieme, raccogliere”, cercare di dare un senso a quello che ci accade, scoprire la misteriosa trama che ricama questo nostro mondo, questa nostra esistenza. Ma è soprattutto un testo maturo e completo, frutto anche di una notevole ricerca d’archivio’..
Ritengo che questo spettacolo abbia un notevole valore pedagogico e si presti molto ad essere tema e pretesto per discussioni e approfondimenti.
Ferruccio Cainero, Alessandra Arlotti

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